Il teatro e Tout Court

“Il mio scopo non è insegnarvi a recitare, il mio scopo è aiutarvi a creare un uomo vivo da voi stessi”.
Kostantin Seergevič Stanislavskij

Sono passati diversi anni da quando sono passata dalla poltrona al palcoscenico. La prima volta, con un pubblico davanti, accadde molti anni fa, alla prima lezione del corso. Parlavo a bassa voce, tremavo e non riuscivo a trasmettere altro che ansia e paura. E passavo il tempo a chiedermi come gli altri facessero a essere disinvolti e, soprattutto bravi. Lo stesso problema che accompagnava i miei esami (quasi tutti orali)  all’università.

Oggi, dopo più di dieci anni, racconto questa storia a chi si stupisce quando racconto della mia timidezza.
Sono cresciuta, ho studiato e ho imparato. Sulla mia pelle, è vero. Ma credo sia l’unico modo: crescere dalla proprie sconfitte, dai propri traguardi, dai propri errori e dal proprio rialzarsi e riprovarci.
Cosa non è teatro? Finzione.
Al contrario, credo che sia costruzione e realtà. Quella di qualcun altro, forse, ma pur sempre realtà.

Ed è un’altra possibilità: osservi il mondo da un altro punto di vista.
Ecco che l’attore, pur rimanendo se stesso, crea il personaggio: divenendone espressione, attraverso il corpo e le parole.

La mia esperienza

Il primo vero personaggio che ho messo in scena è stato un bizzarro, quanto bislacco, Zorro. Ed è forse il personaggio che mi ha dato il “La” per tutto quello che è arrivato dopo: quello che ha spezzato me come persona da me come personaggio. Dopo sono riuscita ad entrare nei panni di personaggi comici e drammatici, lavorando su ognuno di loro: Alice alle prese con un the da pazzi, Manidifata, pirata siciliano del Carosello (“Capitano, lo possiamo torturare?” Sciroppo Fabbri), una Bondgirl senza frontiere (mi riferisco ai giochi: ho corso e saltato ostacoli con i tacchi), la prostituta abusata, la ragazza problematica e un coreuta di un bizzarro coro greco tutto al femminile.

Non ho mai smesso di andare a teatro come spettatrice.  Ho nel cuore lavori splendidi di autori e attori meravigliosi. L’elenco è assolutamente incompleto, ma questi lavori mi hanno conquistata: La tempesta di Shakespeare con Ferdinando Bruni (capolavoro), Vergine Madre di Lucilla Giagnoni (commovente ed emozionante), che inenarrabile casino di Ionesco, al Teatro della Tosse.

Andate a teatro, fate teatro, ubriacatevi di teatro.

Il teatro è stati d’animo.
È rappresentazione, visione e condivisione. È fatica, sudore, emozione.
Mette in scena realtà, sentimenti e fantasie: storie di ieri e di oggi, con le speranze, le difficoltà e i sogni che ognuno di noi può incontrare.

Tatiana Cazzaro
copywriter relazionale e communication strategist
Da bambina scrivevo sui muri. Oggi scrivo dappertutto. Mi occupo di scrittura, strategie di comunicazione e formazione. Aiuto le persone e le imprese (che sono fatte di persone) a scoprire un modo nuovo di comunicare e raccontarsi, che parte da chi vogliono diventare.
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