Tracce di filò.

testi per sito web

Raccontare storie, narrare e ascoltare, o storytelling?

Che poi noi abbiamo scritto storytelling, ma la parola giusta è narrazione. Qui non parleremo di digitale o di Facebook o di come si scrive sul web. A noi interessano le storie e come si possono narrare, quelli sono solo mezzi. Il digital non ha cambiato la sostanza: ha reso le cose più facili, ha reso visibile l’invisibile. Ha portato alla consapevolezza della necessità di narrarsi in modo coeso e coerente: siamo tutti autori, lo strumento ha solo portato in luce quanti siamo.  Mafe de Baggis. (fonte)

Dicono che “storytelling” sia la parola dell’anno. Anche se io preferisco parlare di narrazione. L’arte di raccontare, insomma. Mi piace di più. E lo dico pure sul mio sito. Tra i miei servizi, c’è “Raccontami una storia”. Forse non sarà la forma giusta per la SEO, però ha quel qualcosa in più che mi riporta a quando, da bambina, le ascoltavo e le scrivevo sui muri.

È da lì che è cominciata la mia passione: quando mia nonna mi raccontava di quando si faceva filò  in cascina, nella stalla. Quando ci si riuniva a raccontare storie, trascorrendo tempo insieme, tramandando racconti, tradizioni e relazioni.

Oggi, il potenziale che la narrazione ha è immenso: possiamo raccontare storie, scrivendole sui muri, oppure scrivendole dappertutto. Online e offline. E possiamo metterci in relazione con l’altro, sia esso un amico, un figlio, un cliente, un sostenitore.

La prossima settimana sarò qui.

Ve lo racconterò.

E grazie alle parole sparse di Mafe de Baggis, qui e qui su Twitter. E al post di @Insopportabile (seguitelo: è un bravo narratore) in particolare quello di poco fa:

Tatiana Cazzaro
copywriter relazionale e communication strategist
Da bambina scrivevo sui muri. Oggi scrivo dappertutto. Mi occupo di scrittura, strategie di comunicazione e formazione. Aiuto le persone e le imprese (che sono fatte di persone) a scoprire un modo nuovo di comunicare e raccontarsi, che parte da chi vogliono diventare.
Share it