Cadere, rialzarsi, spettinarsi e ricominciare a correre.

Credo di aver esagerato. Da quando sono tornata dalle (mini)vacanze, è stato tutto un corri, scrivi, programma, progetta, scrivi, riprogramma, scrivi. Una corsa infinita che non solo mi ha tolto l’ossigeno, ma mi ha consumata, spremuta, prosciugata.

Ho portato a termine tutto: progetti per i clienti, pagine e pagine di siti web, articoli per blog, email, strategie e percorsi. E invece di godermi i risultati e gioire per il traguardo mi sono sentita debole, affaticata e stanca.

Smettere di respirare.

Ho smesso di respirare. Quando andiamo in apnea non riusciamo più a vedere l’oltre e rimaniamo incastrati, seduti in mezzo ai nostri paradossi, ai nostri vorrei ma non posso, inermi e aridi.

Una mia amica, tanto tempo fa, mi ha fatto ascoltare una canzone. Ché poi io le canzoni le ascolto sempre due volte, perché ho bisogno di entrare prima nella melodia e poi nel testo.
La canzone non mi è piaciuta, ma qualcosa mi è rimasto nella memoria. Una frase in particolare risuonava forte ad libitum nella mia testa:“e mi spettino i pensieri con le mani”.

Spettinare i pensieri, dando loro l’acqua e l’aria di cui hanno bisogno per riprendere vita e andare lontano.

E poi accade. Succede che arriva una ventata di aria fresca improvvisa che ti risveglia, ti scuote, ti spinge fuori e tu non puoi fare altro che aprire la bocca e prendere quanta più aria puoi.

Ho ricominciato a respirare.
Semplicemente.
E solo grazie a Filippo che mi ha spettinato i pensieri.

Quello di cui abbiamo bisogno a volte è solo una spinta, un calcio ben dato che ci aiuti a guardare fuori.

Quanto tempo è passato dall’ultima volta che ti sei spettinato i pensieri? Da quanto tempo sei intrappolato negli stessi “sì, ma”, “no, ma io…”, senza riuscire a uscirne, senza riuscire a trovare, non dico una soluzione, ma un nuovo sguardo sul mondo?

Imperativo estetico: se vuoi
percepire comincia ad agire.
Heinz Von Foerster

Io ho ricominciato a correre.
Non perché lo fanno tutti. Ma per liberare le energie (cit) e farle uscire.
E ho iniziato a usare Snapchat, per prendermi meno sul serio e smettere di voler controllare tutto.

 

Alcune cose sono così semplici da toglierci il fiato per un istante, giusto il tempo per vedere quello che ci stiamo perdendo e scegliere di andare a (ri)prendercelo.

 

Tatiana Cazzaro
copywriter relazionale e communication strategist
Da bambina scrivevo sui muri. Oggi scrivo dappertutto. Mi occupo di scrittura, strategie di comunicazione e formazione. Aiuto le persone e le imprese (che sono fatte di persone) a scoprire un modo nuovo di comunicare e raccontarsi, che parte da chi vogliono diventare.
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