About page: metti in scena la storia e fai accadere le cose

Sabato scorso, il 14 ottobre, sono stata una delle speaker alla prima edizione dell’Openday organizzato da Sella Lab. Un’intera giornata dedicata ai freelance, alle imprese e a chi ancora sta cercando la propria strada. È stata una giornata splendida in cui ho ascoltato esperienze super interessanti sia da chi ha tenuto il microfono in mano, sia da chi si è seduto ad ascoltare.
Il mio intervento era dedicato alla scrittura con un focus sulla tanto temuta about page. Scrivere la pagina About di un sito è una delle cose più difficili da fare. Io di solito la lascio per ultima, insieme alla pagina contatti che è altrettanto importante. Inizio con quelle dedicate ai servizi, le famose sales page, e solo quando ho finito con quelle inizio a scrivere la pagina “chi sono”.
È la pagina che racchiude l’essenza della tua identità, come professionista o come impresa, in relazione ai tuoi clienti.
E, contrariamente a quanto si crede, non è un excursus della storia, del percorso di studi o (sì, succede) una biografia della vita non lavorativa.
L’about page è importante quanto una sales page
Quando arrivo a scrivere l’about page di un sito web è perché ho davvero capito l’anima e il perché di quel business o di quel freelance. È un lavoro pazzesco e il percorso è più o meno questo: Era una notte buia e tempestosa…
Le prime righe che scrivo le cancello almeno 20 volte. Alterno momenti di Eureka! a momenti in cui urlo di disperazione.
È forse la pagina a cui si dedica minore attenzione. Ha ragione Enrica Crivello quando dice
“È la pagina che scriviamo con la mano sinistra.”
About Page: gli errori da evitare
Durante il mio intervento ho fatto molti esempi di cosa una about page NON è. Ho fatto un giro per la rete, sono andata a leggermene decine per trovare esempi buoni e non. Purtroppo ne ho trovate tante che mi hanno fatto dire Accidenti. Poi ho scelto 5 errori che proprio mi fanno arrabbiare. Te li scrivo qui con accanto i consigli per poterla migliorare.
L’about page non è una biografia.
Accidenti, sai quante volte trovo pagine scritte in terza persona? Mi sembra di avere a che fare con psicopatici. Mi spaventano e mi allontanano.
Parla in prima persona, prenditi la responsabilità di quello che stai raccontando e non lasciare che sia un narratore inesistente a parlare per te.
L’about page non è il tuo CV.
Lascia che sia LinkedIn a spiegare il tuo percorso accademico, la tua esperienza lavorativa e l’elenco delle tue competenze. E se proprio non puoi farne a meno, crea una pagina di approfondimento a parte (prima però chiediti: “serve davvero?”).
Sfrutta invece la tua about page per raccontare la storia del tuo cliente in relazione con te.
L’about page non è mai autoreferenziale.
Evita di fare un elogio di te stesso. Non sei tu al centro, sei tu + loro. Ecco, se devo dirla tutta, per me l’about page è una pagina relazionale, dove tu arrivi a un certo punto in aiuto al tuo cliente.
Racconta la sua storia e non la tua. O meglio, racconta la sua storia che incontra la tua.
L’about page non è un elenco di parole vuote.
L’ultima cosa che vuoi è far sentire stupido il tuo cliente. O no? Quindi, invece di dire sono un “social media manager” scrivi “mi prendo cura della comunicazione online dei miei clienti”.
Parla la lingua dei tuoi clienti e fatti capire.
L’about page non è la storia della tua vita.
Questo è l’errore che mi fa più arrabbiare (e ha fatto arrabbiare pure Enrica e ne abbiamo discusso pure qui). Non voglio offendere nessuno, però so che succederà. Mi chiedo: perché se sei brava a fare il tuo lavoro (e io sto cercando una davvero brava a fare il suo lavoro) mi devi parlare del tuo essere mamma e moglie? PERCHÉ? Dimmelo pure, ma fallo alla fine se proprio vuoi dirmelo.
Dimmi che sei la più brava a capire il mio bisogno e risolvere il mio problema. Fammi passare la paura!
Parla di te in relazione con il tuo cliente
Quando una About page funziona?
Quando il tuo (potenziale) cliente legge (e sente) che tu puoi risolvere il suo problema. Le persone vogliono sapere se sei tu la persona giusta, quella che li saprà ascoltare, quella che saprà leggere tra le righe, quella che “ehi, questa persona ha davvero capito di cosa ho bisogno! Ha descritto proprio il mio problema”.
Se non abbiamo idea di quale sia l’obiettivo e chi siano le persone con le quali vogliamo lavorare allora dobbiamo fermarci e ripartire da lì. Chiediti sempre l’obiettivo che vuoi raggiungere, non solo con questa pagina, ma con tutto il sito. Fatti questa domanda: “perché voglio fare un (nuovo) sito web?” Se la risposta è “perché ce l’hanno tutti”, fermati, respira, ascoltati bene e riparti.
Poi chiediti chi sono le persone con le quali vuoi lavorare, quali problemi hanno e quali bisogni devono soddisfare. E, soprattutto, chiediti cosa tu puoi fare per loro. E sai perché? Perché è quello che le persone cercano sul tuo sito, soprattutto nella tua pagina About. A loro interessa poco il tuo percorso accademico, dove hai lavorato, se sei una mamma o una moglie.
Scegli una cosa per farti ricordare (ed essere memorabile)
Quando progetti la tua about page, parti da qui: chiediti cosa puoi fare per i tuoi clienti, chiediti in cosa sei speciale (cosa sai fare davvero bene), chiediti come puoi cambiare il mondo.
Cosa fare allora per progettare e poi scrivere una about page che lasci il segno?
Metti in scena la storia del tuo cliente (non la tua), parla dei suoi problemi e ascolta i suoi bisogni e racconta perché sei tu la persona giusta, senza dimenticarti di lui.
Che è un po’ come dire: “Ehi, tranquillo. Adesso ci sono io. Insieme ce la facciamo”.
[FOTO CREDIT: Joanna Kosinska • Unsplash]